Corriere della Sera (M. Perrone) – Un Falcao l’aveva incontrato pochi giorni prima di venire alla Roma, si erano allenati insieme a Miami e lui, Radamel il colombiano, aveva postato una foto su Instagram. Era il 7 luglio 2022. Tredici giorni dopo Dybala diventò ufficialmente giallorosso e furono in parecchi a sottolineare la coincidenza: si chiama Paulo come l’ottavo re di Roma, Falcao quello vero, che arrivò nel 1980, disse “Sono qui per vincere lo scudetto” e mantenne la parola.
Un brasiliano del 1953 e un argentino del 1993, uno che non vinse il Mondiale per colpa dell’Italia e l’altro che l’ha vinto per merito di Messi, uno che considerava la Juventus l’arci-nemica e l’altro che in bianconero ha vinto 5 scudetti e 7 coppe. Che cosa hanno in comune? Da lunedì sera, il numero dei gol fatti in giallorosso: 27.
Falcao segnò l’ultimo a Napoli nel 1984, un sinistro dal limite; Dybala l’ha raggiunto con la doppietta al Cagliari, prima sfruttando l’assist di Pellegrini e il velo di Lukaku, poi trasformando un rigore. Già, i rigori: lui ne ha segnati 12 (su 12), ben il 44% dei suoi 27 gol, Falcao nessuno, tranne quello dopo i 120’ con cui la Roma vinse la Coppa Italia nel 1981 sul campo del Torino, mentre tre anni dopo non si presentò sul dischetto nella finale di Coppa Campioni persa contro il Liverpool.
L’argentino ha giocato finora 59 partite, il brasiliano ne disputò 152 e oltre allo scudetto vinse due Coppe. L’altro Paulo quest’anno può puntare all’Europa League, con la Roma rigenerata da Daniele De Rossi.