La Repubblica – La Federcalcio italiana passa l’esame di “trasparenza”. Lo ha annunciato ieri Cobus de Swardt direttore di Transparency International presentando il rapporto sullo stato del calcio mondiale (Transparency International Football Governance League Table). Un risultato, nel suo genere, lusinghiero, considerando che «solo 14 delle 209 Federazioni che compongono la Fifa hanno fornito le informazioni necessarie per far conoscere cosa fanno e come spendono i loro soldi», per usare le parole di de Swardt. Tra i 14 paesi «virtuosi», oltre all’Italia ci sono Canada, Danimarca, Inghilterra, Islanda, Giappone, Lettonia, Nuova Zelanda, Irlanda del Nord, Norvegia, Portogallo, Repubblica d’Irlanda e Svezia.
De Swardt ricorda come tra il 2011 e il 2014 la Fifa abbia distribuito un minimo di 2,05 milioni di dollari a Federazione tra cui un pagamento una tantum nel 2014 di 1,05 milioni di dollari a seguito della Coppa del Mondo. Tra i dati forniti nelle 16 pagine del rapporto risulta che l’81% delle Federazioni calcistiche nel mondo (168 su 209) non rendono pubbliche le loro entrate, il 21% non è fornito di sito internet e l’85% non segnala le iniziative che prende.
Un dato imbarazzante per l’organizzazione che sta cercando di ricostruirsi una credibilità dopo gli scandali per l’assegnazione dei mondiali a Russia e Qatar. Ancora ieri – a proposito di trasparenza – il procuratore Svizzero parlava di «oltre 120 transazioni finanzierie sospette». Il numero potrebbe salire ulteriormente visto che le indagini sono ancora in corso «La Fifa – è il comunicato che arriva da Zurigo a proposito della relazione di Transparency – è impegnata nelle riforme e nell’istituzione dei migliori standard di affidabilità, trasparenza e buona governance. Inoltre incoraggia i propri membri a lavorare verso gli stessi standard».