100 giorni per prendere posto

Corriere dello Sport (E.Intorcia) – Cento giorni alla fine della stagione e pure di qualche contratto, ma prima ci sono stati due giorni chiave per decifrare il futuro. E’ un martedì, il giorno 7 del mese di marzo, sono più o meno le 23 in Italia ma a Londra c’è il fuso. La doppia anima dell’Arsenal, che è un po’ russo e un po’ americano, suggerirebbe pure atmosfere da Guerra Fredda, genere spy story, ma i corridoi dell’Emirates hanno occhi e orecchie e, insomma, non sono proprio a prova di segreto. I Gunners ne hanno appena presi cinque dal Bayern. Di nuovo. Cioè dieci tra andata e ritorno. Eppure alla porta dello spogliatoio di Arsene Wenger bussa un dirigente, ha fretta. «Arsene, vogliamo che tu resti», gli dice mettendogli sul tavolo una proposta di rinnovo. E’ la seconda, la prima era stata respinta e sembrava davvero la fine di un ventennio. Ma qualcosa era accaduto nel frattempo: l’apertura di Wenger ad andare avanti «evolvendosi» (tradotto: un ruolo da direttore tecnico?). E certo, quell’attestato di stima dopo una batosta così… Era un martedì anche qualche settimana prima, a Oporto. Vigilia di Porto-Juve. Siamo nel bel mezzo del caso Bonucci. E in quella data il controspionaggio del mercato prova a collocare un contatto tra Allegri e il Barcellona, che sa già che non andrà avanti con Luis Enrique che a sua volta è a scadenza di contratto e che di lì a pochi giorni annuncerà formalmente il suo addio. Ma è un tentativo di depistaggio facilmente smontabile: in quelle ore Max è stato sempre in compagnia dei suoi dirigenti, tutti alle prese, appunto, con il caso Bonucci.

CERTEZZE BIANCONERE – In questa triangolazione Juve-BarçaArsenal ci sono poche certezze e un solo dubbio. Punto primo: il Barcellona non pensa più ad Allegri e una sua scelta per il dopo Lucho l’ha fatta (e spiegheremo poi quale). Punto secondo: Allegri è sotto contratto con la Juve che vuole tenerselo stretto, addirittura varando un piano pluriennale che possa rappresentare il punto di partenza di un nuovo ciclo di ampio respiro. Vogliamo ipotizzare una data? Almeno 2020. Le parole del dg Marotta in settimana e quelle del dt Paratici nella notte tra lunedì e martedì sanno di una conferma ufficiale ma anche confidenziale: la Juve non solo ha voglia di andare avanti con Allegri ma è anche convinta che sarà effettivamente così. Il rinnovo sarà discusso al momento giusto, dando per ora priorità al Barcellona e alla Champions. Il dubbio? Che all’Arsenal possa non andare in porto la firma di Wenger (che nel frattempo ha smentito voci di un accordo con il Psg, altro segnale…) e allora in quel caso bisognerebbe affrettare i tempi perché per i Gunners la prima scelta è Allegri.

SPALLETTI E PAULO SOUSA – Ci sono due contratti che scadranno inesorabilmente il 30 giugno. Il rinnovo di Spalletti è cronaca attualissima: il presidente Pallotta vuole andare avanti con lui, proverà a convincerlo stasera a cena o al massimo domani. E se non arrivasse la fumata bianca? L’intrigo diventerebbe internazionale, perché nel frattempo entrerebbe in gioco la figura di Monchi, candidato al ruolo di diesse giallorosso: lui farebbe di tutto per portare a Roma quell’Emery con cui ha vinto a Siviglia e che a Parigi non può restare a lungo dopo averla fatta grossa, troppo grossa, contro il Barcellona. Ipotesi italiane: il ritorno di Montella, il ritorno (da allenatore) di Eusebio Di Francesco, il clamoroso approdo di Mancini. O un tentativo con Jardim, il tecnico del momento. Però sull’asse Roma-Firenze c’è un retroscena assai curioso: filtrano voci su contatti più o meno informali tra Paulo Sousa e il club giallorosso proprio ora che si sono spenti i rumors sul portoghese e la Juve. La Fiorentina aveva in mano un’opzione per estendere il contratto per un altro anno, ma da tempo tutti sanno che non sarebbe stata mai attivata. E nei corridoi del Franchi si sussurra che per Paulo Sousa la destinazione più probabile sia l’estero, tendenzialmente la Germania, Borussia Dortmund. Candidati viola in corsa: Pioli se lascia l’Inter, Di Francesco, Giampaolo (però blindato alla Samp), Maran, Mazzarri, Ranieri, fino alle suggestioni straniere che sono il “solito” Jardim e Carlos Dunga. Con una variabile a sorpresa: Semplici, oggi capolista in B con la Spal.

MILANO E NAPOLI – Pioli all’Inter ha un altro anno: gli era stato promesso un prolungamento in caso di Champions, però Suning gli ha sempre manifestato il proprio appoggio. Ma i cinesi dell’Inter pensano a un mercato clamoroso in estate e allora si potrebbe cambiare panchina per un nome top: Conte (che però ha detto che vuole restare al Chelsea) o Simeone (che ha già sforbiciato il suo contratto all’Atletico). E Montella? Il suo futuro è legato ai cinesi, che oggi non ci sono ma che domani potrebbero finalmente arrivare e rimescolare tutto. Alternative? Da Emery a Di Francesco, senza dimenticare Mancini. Tutto questo mentre Sarri a Napoli si gode tranquillo il suo caffè: contratto fino al 2020, praticamente un posto fisso.

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