Gazzetta dello Sport – È un De Rossi alla Beckenbauer

Ci sono viaggi che cominciano per caso, percorsi non cercati che portano lontano. Capita anche nel calcio, soprattutto in questo Terzo Millennio in cui la duttilità tecnico-tattica è divenuta un valore aggiunto quasi imprescindibile. Da questo punto di vista, può essere che la Juventus, per Daniele De Rossi, possa diventare un momento di passaggio degno un giorno di poter essere ricordato. Nella partita d’andata, infatti, il centrocampista della Roma giocò — per la prima volta dall’inizio — come difensore centrale, risultando uno dei migliori in campo e permettendosi anche il lusso di segnare il gol del momentaneo vantaggio giallorosso.

Esordio con gol Sottolineato come nel flop di Coppa Italia 3-0 lui era assente, nessuna sorpresa perciò, causa flessione nel rendimento di Heinze, che l’azzurro domenica a Torino possa essere riconfermato nella medesima posizione, in cui tra l’altro ha giocato negli ultimi due match entrambi vittoriosi Novara e Udinese. Intendiamoci, Luis Enrique non schiera De Rossi al centro della retroguardia per migliorare la fase difensiva. Lo stesso Daniele, infatti, negli ultimi giorni aveva ammesso come i compagni di reparto segnatamente Kjaer lo abbiano aiutato nell’interpretazione della fase da ultima diga. L’allenatore spagnolo, infatti, sta proponendo una scelta del genere — analoga alla posizione scelta da Guardiola per Mascherano nel Barcellona — per avere un calciatore in grado d’impostare bene il gioco fin dalle sue prime battute, aumentando così il tasso tecnico della squadra, a costo di correre qualche rischio in copertura.

Beckenbauer, Matthaus Sammer Pillole di storia e cronaca. De Rossi ha cominciato da attaccante nelle giovanili e il fiuto del gol gli è rimasto, in Nazionale gioca prevalentemente da interno ma non solo, mentre nella Roma predilige questo ruolo da regista basso perché ama giocare con la palla davanti. Detto che in azzurro nella sua posizione più amata si muove Andrea Pirlo tra l’altro, grande amico di Daniele, chissà che in futuro lo stesso Prandelli non prenda in considerazione l’idea di un De Rossi centrale in una difesa a tre, sempre che l’Italia riesca a partorire una generazione di esterni di fascia talentuosa e ricca di ricambi. D’altronde, la storia del calcio è punteggiata di centrocampisti di talento che si sono affermati anche da difensori centrali. Se il prototipo di questa ondata è stata Franz Beckenbauer, in Germania hanno seguito le sue orme altri due giocatori transitati con diversa fortuna anche da noi: Lothar Matthaus e Matthias Sammer. A proposito, oltre a nazionalità e ruolo, c’è anche un’altra cosa che accomuna il terzetto: il Pallone d’oro Kaiser Franz, addirittura ne ha due in bacheca. Domanda: che il futuro di De Rossi sia appena cominciato?
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

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